Rapporto ONU sulla violazione dei diritti dei minori in Siria

“Mentre nel resto del mondo si parla di coronavirus, nella guerra siriana, bambine di soli nove anni sono quotidianamente violentate e costrette alla schiavitù sessuale. I bambini sono continuamente torturati, costretti all’addestramento militare e usati per uccidere e farsi uccidere in guerra. Molti bambini sono colpiti da cecchini e usati come “esche” per una guerra che non è la loro. Ciò che ho appena scritto è emerso dall’ultimo rapporto degli ispettori Onu sul conflitto siriano.

È un rapporto che ho letto e che mi ha lasciato senza respiro.”

Questo scrive Vincenzo Musacchio, giurista, associato per il diritto penale alla School of Public Affairs and Administration della Reuters University di Newark, su Left . Abbiamo quindi pensato di tradurre e mettere questo documento a disposizione di tutti e tutte.

Musacchio continua poi con “Un rapporto che, per la prima volta, analizza esclusivamente la situazione dei bambini coinvolti nel conflitto. La Commissione d’inchiesta Onu sulla Siria ha esaminato tutte le violazioni dei diritti umani sin dall’inizio del conflitto nel 2011. Nel loro rapporto gli ispettori scrivono che gli abusi e le violenze contro i bambini siriani vanno ben oltre il semplice fatto di essere stati utilizzati in guerra. Dopo quasi dieci anni di conflitto, i bambini in Siria hanno subito continue violazioni dei loro diritti umani fondamentali: continuano a essere uccisi, mutilati, feriti, violentati e moltissimi sono orfani e portano il peso della violenza fisica e psicologica di una guerra sanguinaria….”

Nel procedere con la traduzione, tuttavia, oltre all’orrore di fatti messi in fila in questo modo, non possiamo non sottolineare alcune significative lacune che, a nostro modesto parere, segnano la metodologia seguita dalla Commissione ONU.

In sintesi:

  • Nella pretesa di essere “super partes”, tutte le parti del conflitto vengono messe sullo stesso piano: dal governo siriano (una dittatura quarantennale), all’ISIS, alle altre milizie terroristiche. Fra i gruppi armati vengono citati del tutto impropriamente le milizie di curdo-arabe di autodifesa della Siria del Nord-Est. E’ un errore metodologico assai grave perchè mette sullo stesso piano aggressori ed aggrediti, decontestualizza i fatti che spesso finiscono per essere una mera elencazione senza nessi di causalità che invece vengono dagli interessi e dalle ideologie degli attori in campo.
  • La prevarizione sistematica di minori ed adulti, la schiavitù sessuale e le torture, del tutto giustificate dalla “guerra giusta”, finiscono di essere meno gravi perchè comparate con testimonianze di nessuna rilevanza che coinvolgono le milizie di autodifesa della Siria del nord-est. Si mette sotto silenzio in questo modo che l’Amministrazione autonoma della Siria del nord-est, unico fra i paesi del medio oriente, promuove i diritti dei bambini e delle donne sia nella propria carta costituzionale che nella pratica.
  • Fra i grandi essenti di questo rapporto c’è sicuremente lo stato turco, non solo perchè alleato con ISIS e milizie islamiste da almeno un decennio, ma persino quando il Rapporto parla dell’invasione di Afrin, si guarda bene dal citare chi ha condotto questa invasione, chi se n’è giovato, chi continua con queste pratiche violente.
  • Più in generale, il rapporto dimentica le responsabilità politiche degli attori regionali (dall’Iran, ai paesi del golfo, fino alla Turchia), di chi vende loro le armi e quindi dell’Europa degli USA, della Russia.
  • Non si capisce in questo contesto a chi sono rivolte le “raccomandazioni” finali: agli stessi stati che hanno sostenuto direttamente e indirettamente la guerra? A quelli che mettono un veto per ogni risoluzione dell’ONU che cerca di fermarla?
  • In questo senso, pur nell’interesse della lettura, questo rapporto come altre note denuncie, resta una dolorosa testimonianza senza esito e senza che i responsabili vengano individuati e perseguiti per i crimini commessi ai sensi delle convenzioni internazionali.

Detto questo, certamente val la pena leggere il rapporto e nel caso approfondirne le fonti attraverso le note che abbiamo lasciato a tale scopo.

Scarica l’intero rapporto

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