Le poesie ed i musicisti di Una Canzone per il Rojava

Mettere in musica una Rivoluzione, le sue radici nelle sofferenze degli uomini e delle donne che nei paesi del Kurdistan sono stati oppressi per anni, le speranze, i desideri, i sogni di di oggi e di domani.

Questo è Una Canzone per il Rojava.

Di seguito le poesie che hanno ispirato le canzoni e i gruppi che sono intervenuti

Io Vado madre di Nazim Hikmet  Latif (XX sec.) – Canta Il Nano 

Io vado, madre.
Se non torno,
sarò fiore
di questa montagna,
zolla di terra
per un mondo
più grande di questo.

Io vado, madre.
Se non torno,
il mio corpo cadrà
come folgore
nelle celle della tortura
e il mio spirito squasserà
come l’uragano
tutte le porte.

Io vado, madre.
Se non torno,
la mia anima sarà parola
per tutti i poeti


La nostra poesia è scritta con le lacrime”  Mehmet Emin Bozarslan – Cantano i Dalton

Nell’oscurità di anguste celle,
tra usci infami e solidi ferri
fra topi e scarafaggi
seminiamo la nostra parola,
e matura la nostra storia
irrigata dalle lacrime dei bambini
per il padre dietro le sbarre,
nutrita dal desiderio umiliato
delle giovani spose
cui il carcere ha tolto
ben presto l’amore.
La fantasia tesse nuovi racconti,
ricama con fili di lacrime,
con colori di sangue,
del sangue dei ragazzi e delle ragazze
che scorre eroico sui nostri monti,
su queste montagne kurde
e così continuano le nostre leggende
si intrecciano altre canzoni….


Quando di Sherko Bekas          Cantano i Fun

Quando prendi un suo raggio
e con quello scrivi,
ti fa visita il sole
e ti regala un libro.

Quando sai leggere
le parole dell’onda
ti fa visita l’acqua
e ti regala la sua ninfa più bella.

E quando ti si accende nel cuore
l’amore per gli oppressi
ti fa visita il futuro
e ti offre tutta la felicità del mondo.


Quartine”  di Baba Tahir, sec. X  – Cantano Nuove tribù Zulù

Sono l’aquila che vive sulle vette

dall’alto osservo i pascoli

Senza famiglia, senza casa e terra

come sudario avrò le mie ali soltanto

Tutto quel che io desidero è di avere accanto

un volto splendente come il tulipano

Se alle montagne narrassi il mio soffrire

sui pendii non crescerebbero più i fiori

È addolorato il mio cuore Signore

soffre e trema d’angoscia

anela alla patria, piange l’esilio

E questo fuoco mi brucia


Numeri” di Sherko Bekas    – Cantano Radio Torre Sound System

Se sai contare

le foglie di questa foresta

se sai contare

tutti i pesci, grandi e piccoli,

del fiume che scorre qui davanti

se sai contare

gli uccelli al tempo della migrazione

dal Nord al Sud

e dal sud al Nord

allora scommetto

che anch’io riuscirò a contare

i martiri della mia terra,

il Kurdistan.


Il mercante di rose”  di  Gegherxhuin   – Cantano Tacita

Mi svegliavo dal sonno, quando vidi un mercante di rose .
Ne fui tutto felice” mi dai, gli chiesi, una rosa
una rosa in cambio del cuore ? “
avevo un cuore solo, pieno tristezza e miseria,
non credevo che avrebbe dato una rosa per il mio cuore
una rosa per il mio cuore
“Il contratto l’abbiamo stretto, ”disse” non posso aggiungerci nulla
chi ama molto la rosa, dà insieme l’anima e il cuore
dà insieme l’anima e il cuore
io chiesi: chi dà l’anima e il cuore per una rosa?
È il contratto rispose dammi il cuore e la sua tristezza
dammi il cuore e la sua tristezza.
Detti l’anima e il cuore lanciò un grido e disse
O GEGHERXHUIN, dai il tuo cuore per una rosa
dai il tuo cuore per una rosa.


“Numeri”  di  Sherko Bekas   – Cantano De Soda Sisters

Se sai contare

le foglie di questa foresta

se sai contare

tutti i pesci, grandi e piccoli,

del fiume che scorre qui davanti

se sai contare

gli uccelli al tempo della migrazione

dal Nord al Sud

e dal sud al Nord

allora scommetto

che anch’io riuscirò a contare

i martiri della mia terra,

il Kurdistan.


Terra vietata”  di  Habdullah Ocalan   – Canta Kento

Terra vietata

Vietato anche il suo nome.

Bandita la sua lingua.

Strana terra

è la mia terra eppure non è sogno

né fantasma sono bambini

che pascolano bestie

donne di sterco secco rughe di

secoli volti bruciati

dalla solitudine

ma quanti amori vivono

ma quanti iddii si pregano

di tanto in tanto lacera

i suoi cieli

un crepitio meccanico

la mia terra

si torce nel dolore…


L’alluvione e altre cose”  di  Latif Halmat   – Canta Lab Hip Hop Meticcio

Io cammino

passo…

a passo

Il mio cuore: un fiume dell’amore

la mia testa: il sole

la mia mano: l’ascia

i miei piedi: l’alluvione.


Ho fatto un disegno” di  Abdullah Ocalan   – Cantano Radici nel cemento

Ho fatto un disegno

vorrei che tutti lo vedessero sempre

sono diventato una voce

vorrei che tutti lo sentissero sempre

per il mio paese

per il mondo

per l’universo…


Tutto questo è stato possibile grazie alla collaborazione volontaria di tanti:

FB visualist: Roberto Scordino, Angela

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