La famiglia di Lorenzo Orsetti (Orso Tekoser Piling) sostiene il Progetto “Protesi 3D” promosso da Staffetta sanitaria

Informiamo che nel corso dell’incontro nazionale di Rete Kurdistan Italia, tenutosi il 25 e 26 gennaio a Firenze, la famiglia di Lorenzo Orsetti ha consegnato ai referenti di Staffetta sanitaria 500€ destinati al Progetto Protesi 3D.

Siamo quindi grati ed onorati per l’attenzione ed il sostegno che ci viene dedicato e confermiamo l’impegno a proseguire questa attività a supporto del laboratorio ortopedico di Qamishlo (Siria del Nord-Est) e quindi di tutte le persone colpite da armi convenzionali e non, e che hanno bisogno di protesi.

Con l’occasione informiamo che, dopo una fase di sperimentazione abbastanza complessa, sono stati realizzati:

  • 3 modelli di protesi stampabili in 3D per gli arti superiori,
  • Modelli per altri oggetti quali tutori e oggetti funzionali (es. portapenne-posate-spazzolino).

E’ ancora in corso la sperimentazione della produzione di componenti relative alle protesi per gli arti inferiori.  Collaborano con Staffetta sanitaria: Ingegneria senza Frontiere (sezione Roma), CentoCelleAperte (dove ha sede il laboratorio), altri attivisti, ingegneri/e, sanitari specializzati nel settore.

E’ il caso di precisare che con questo progetto si intende consentire al laboratorio ortopedico di Qamishlo di integrare l’attuale produzione di protesi, a costo elevato e fisse, con quelle prodotte in 3D che almeno per e dei tre modelli per gli arti superiori, consentono un movimento meccanico di apertura-chiusura delle mani. Il Progetto prevede quindi il trasferimento di competenze agli operatori locali, agli studenti dell’Accademia medica e a quanti saranno interessati ad apprendere questa nuova modalità di produzione. Una stampante 3D è già stata acquistata e trasferita a Qamishlo ed è stata verificata la disponibilità di “materia prima” a livello locale. 

A seguito della recente invasione della Siria del Nord Est da parte della Turchia, anche le strutture sanitarie di Qamishlo, compreso il laboratorio ortopedico, sono state oggetto di attacco e solo recentemente hanno ripreso a funzionare, con tutte le limitazioni legate all’embargo da parte degli stati confinanti.  Il progetto assume anche una valenza nuova che valorizza la resistenza della popolazione e degli operatori sanitari all’aggressione e la condivisione della speranza di un futuro di pace per le popolazioni locali.

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